Basta con le ciliegie che arrivano dal Cile, o i cocomeri che giungono dal Brasile.
I siciliani preferiscono i frutti della propria Regione che in questo periodo offrono un ventaglio produttivo di alta qualità. Lo dimostra un’analisi della Coldiretti sul commercio estero nel 2010, che evidenzia una significativa tendenza all’acquisto di prodotti locali a chilometro zero per i quali gli italiani hanno speso nel 2010 la cifra record di oltre 3 miliardi di euro, tra farmers market e punti vendita aziendali.
“Un chilo di ciliegie dal Cile, per raggiungere le tavole dei siciliani deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione. Di fronte a questo paradosso è logico preferire le produzioni del palermitano, come quelle di Chiusa Sclafani, o quelle dell’Etna”.
“Non solo ciliegie. In tutta l’Isola si producono angurie e meloni di altissima qualità che si trovano nei i mercati di Campagna Amica - aggiungono i vertici dell’organizzazione agricola - e che rispondono al gusto dei consumatori. Proprio grazie ai nostri mercati si stanno preferendo i prodotti a Km zero e abbandonando le mode esterofile del passato. Del resto la Sicilia produce circa 3 milioni di quintali di frutta fresca, ma bisogna incentivarne il consumo anche tra i bambini”.